domenica 4 gennaio 2015

Monte Foppa (m 2463) - canalino ENE

Caldo, freddo, neve polverosa e tanto vento hanno fatto un grosso pasticcio sulle nostre montagne e non mi invogliano per niente a mettere gli sci, mentre mi attira l'idea di fare un po' di esplorazione nella selvaggia val di Togno.

I tracciati di salita e discesa dal monte Foppa visti dal Coren nel gennaio 2011.
Partenza: Carnà (m 1250). 

Itinerario automobilistico: da Sondrio prendere la strada Panoramica dei Castelli e salire a Montagna in Valtellina. Allo scollinamento in località Pace (semaforo), girare a sx (via Barella) e seguire la strada principale fino al municipio dov'è il bivio San Giovanni - Santa Maria. Seguire a sx, quindi in località ca Paini svoltare a dx (indicazioni) e poco oltre prendere a dx (indicazioni). La strada inizia a salire tortuosa tra le selve. Si superano ca Benedetti, ca Bongiascia, e, poco sopra San Giovanni, al bivio si va a sx. Due tornanti e la strada insiste verso O fino allo spiazzo panoramico (sx) che segna la fine della via asfaltata. Si lascia qui l'auto, ad un centinaio di metri dai prati di Carnà (10 km).
Itinerario sintetico: Carnà - rifugio Val di Togno - ca Brunai – Cambri - monte Foppa - Orteseda - Cambri - ca Brunai - rifugio Val di Togno - Carnale.
Tempo previsto: 6 ore per la salita e 5 per il ritorno. 
Attrezzatura richiesta: casco, piccozze, ramponi, utili corda, imbraco, fettucce e un paio di viti da ghiaccio se ci si vuole proteggere.
Difficoltà/dislivello: 4.5 su 6 / oltre 1400 m.
Dettagli: non so valutare le vie di ghiaccio, anche perchè le difficoltà sono variabilissime a seconda delle condizioni. Penso oggi erano complessivamente AD. Pendenze fino a 50°, in più brevissimi salti gelati.


Ricorro in moto l'alba, mentre l'aria fresca e umida mi accarezza la barba lungo la strada per Carnà (m 1219).
4 km e mezzo da casa, solo 7 minuti dura il mio viaggio fino al maggengo assonnato e vuoto da cui parte la mia passeggiata, oggi quasi per interno nel territorio di Montagna in Valtellina.
Ho lo zaino stracolmo: dalle ciaspole, alle piccozze, corda, 4 protezioni veloci, vestiti per il caldo, vestiti per il freddo. Questo perchè non ho ancora idea di cosa fare perchè prima voglio verificare le condizioni dei pendii.
Per il largo e ondulato sentiero a tratti ghiacciato arrivo al rifugio Val di Togno, dove intercetto e seguo la mulattiera della val di Togno.
Le creste dei monti sono perseguitate da un vento fortissimo che di tanto in tanto rompe le scatole pure a me nel fondovalle.
Una manciata di tornanti dopo ca Brunai (m 1283, ore 1:30) e, oltre un guado, prendo il sentiero non segnalato che s'alza (sx) sul fianco del monte Foppa e che non ho mai fatto. La valle appena incontrata (val de la Foppa), dirimpettaia di quella che scende da l'acqua del Còren (val del Coren) e confine tra i comuni di Spriana e Montagna in Valtellina, è molto caratteristica perchè al suo sbocco è interrotta da un grosso masso che genera un salto alto 7-8 metri.
Per rado bosco e pascoli inselvatichiti guadagno velocemente quota. Il terreno è gelato e scivoloso.
Pochi minuti e al di sotto di una barra rocciosa trovo una specie di grotta. Il luogo è detto Cambri (m 1650) ed era gestito dalla Quadra di San Giovanni.
Alle mie spalle si eleva l'imponente parete O della Corna de Mara. Oltre 1100 metri di vertiginosi pendii dominati da un grandioso catino sommitale che va a restringersi nel solco ghiacciato della val de la Lavadüra. Tra questo vallone e la val del Coren si trova una vallecola contorta e tributaria della val del Coren che è detta val de la Sturgidüra.  Senza fretta, faccio molte soste per fantasticare su una possibile linea di salita tra le barre rocciose, le cascate e i canalini di neve e ghiaccio.
Qua e là tracce di pane indicano che i pastori son saliti a cercare le capre. I rumori lontani dei campanacci testimoniano, invece, che non sono riusciti a recuperarne molte.
Insisto lungo la traccia, poi tra i m 1800 e i m 1900, abbandono il sentiero e le ciaspole, traverso (sx) su una ripidissima scarpata erbosa ed entro nella val de la Foppa laddove inizia ad esser colma di acqua allo stato solido. La seguo solo pochi metri, quindi prendo il ripido canale ghiacciato che si inerpica sulla sx.
Piccozze e ramponi, e su. Non sono più abituato agli attrezzi: braccia e gambe mi fan subito molto male.
Poi ho preso solo le picche dritte e un colpo sì e uno no batto le nocche sul ghiaccio: che male!
Ghiaccio trasparente, neve ghiacciata, visega ghiacciata, neve crostosa e fuffa si alternano velocemente. Le pendenze non arrivano ai 50°, esclusi dei brevissimi salti di ghiaccio.
A m 2250 il solco esplode in numerosi rivoli spazzati dalle valanghe scese nei giorni scorsi.
Salgo  piegando leggermente a sx in modo da sbucare in cresta a pochi metri dall'ometto di vetta (monte Foppa, m 2463, ore 4).
Il vento è fastidiosissimo e non mi lascia neppure un po' di pace per mangiare.
Inizio la discesa percorrendo la cresta N della montagna. Con questa neve imprevedibile non è per niente banale. Ci sono molti buchi che mi ingoiano, per fortuna senza conseguenza se non quella di mettermi paura e timore nell'avanzare.
Pure dove di neve non ce n'è, cioè sulle coste assolate, il passaggio è delicato perchè il terreno è ghiacciato e coperto di scivolosa visega. Giunto all'ultima costola, sipario al vallone che scende dalla bocchetta del Palino verso l'alpe Rogneda, incontro le capre del Busac'. Che posto infame! Trovo anche una corda fissa di sicurezza fatta legando assieme i laccetti di nylon per imballare il fieno. Bel fidarsi ad usarla!
Scendo al dritto lungo la costola (E), poi, dove questa diviene rocciosa, smonto a dx verso la val de la Foppa per ripidissima visega (santi i ramponi!), per rientrare a sx (NE) e incontrare su un ripiano pascolivo i ruderi di alcune baite a circa m 2000.  Il luogo si chiama Orteseda e un ricovero ha ancora, benchè tutto sgarruppato, il tetto di piattoni! Al margine SE dei prati dell'alpe reintercetto il sentiero che avevo seguito all'andata e assieme alle tenebre ritrovo la moto a Carnà.
Verificato che nessun cane mi abbia pisciato nel casco lasciato appeso al fianco della moto, mentre sorge la luna mi lascio scivolare a valle.

Nota - Ringrazio Pietro Crapella per avermi pazientemente spiegato la toponomastica della val di Togno.

Ca Brunai.
Sguardo a E verso la Corna de Mara dalla vetta del monte Foppa.
In vetta al monte Foppa.
Chiesa e Primolo dalla cima del monte Foppa. 
La testata della val di Togno, dai monti di Cup e Acquanegra, pizzo Scalino, cima di Val di Togno, pizzo Painale, punta e cima di Vicima, alla triade punta Corti, vetta di Ron e Corna Brutana.
La cresta N del monte Foppa e le capre del Busac'.
Il canalino percorso in salita dal sentiero per Orteseda.