lunedì 22 dicembre 2014

Monte Torena (m 2911) - parete N


La malga e il monte Torena, col tracciato lungo la parete N.
Il monte Torena è la vetta regina della val Belviso, sia per altezza che per bellezza delle sue linee. Sciisticamente parlando, il suo versante più affascinante è quello N, dove si svolge un itinerario neppure troppo impegnativo che dai m 2073 del lago Verde porta ai m 2911 della sommità.
Le difficoltà del tracciato si concentrano in 3 ripide rampe lunghe un centinaio di metri: una appena sopra il lago (40°), una poco dopo la metà della parete (40°) e, infine, un'ultima che, dopo essersi ristretta e configurata a canale, sbuca in cresta (>45°) a pochi metri dalla vetta principale.
Occorre prestare molta attenzione perchè la parete è soggetta al distacco di valanghe e cornici. Le pendenze, benché mai estreme, richiedono buona tecnica. Tenete inoltre conto che il versante, perlomeno in inverno, è quasi sempre in ombra con la conseguente scarsa visibilità.



Partenza: palazzina Falck (m 1381).
Itinerario automobilistico: dall'Aprica prendere in discesa la SS 39 in direzione Tresenda. Al bivio per Liscedo (2 km) virare di quasi 180° a sx e, una volta giunti al ponte di Ganda presso la centrale elettrica omonima (1 km), dopo un tornantino svoltare a sx per la val Belviso. La strada è in terra battuta e risale con pendenza limitata la valle fino a Baite San Paolo e al rifugio Cristina. Qui si fa un po’ più ripida e, con alcuni tornanti, giunge alla palazzina Falck (ca. 7 km), appena prima della quale inizia il sentiero. Parcheggio in loco a lato della carrabile.
Itinerario sintetico: palazzina Falck (m 1381) - malga Fraitina (m 1698) - Aial di Fior (m 1910) - lago Nero (m 2036) - malga Torena (m 2054) - lago Verde (m 2073) - monte Torena (m 2911) per la parete N.
Tempo previsto: 5 ore e mezza  per la salita.
Attrezzatura richiesta: da scialpinismo, kit antivalanga, piccozza e ramponi.
Difficoltà/dislivello in salita: 4.5 su 6 / 1530 m.
Dettagli: OSA. Pendenze fino a 45°, probabilmente maggiori negli ultimi metri prima della cresta. Pericolo valanghe e distacco cornici.

Mappe consigliate:
Carta Escursionistica GUIDA AI SENTIERI DI APRICA E DINTORNI, 1:30.000, in vendita unitamente alla Guida nei negozi e alberghi di Aprica e dintorni;
Kompass n. 94, Édolo-Aprica, 1:50.000 (poco aggiornata).

In auto arrivo a ponte Frera. Strada pulita. Non fa freddo e alle 7:45 c'è già luce a sufficienza per incamminarsi. Sono solo e con un pesante fardello sulle spalle. 
Prendo la carrozzabile per la malga Fraitina e l'Aial dei Fior. Salgo i tornanti sci in spalla perdendo di continuo il conto di quanti ne ho percorsi. Un'alba appena colorata tinteggia il fondo della val Belviso, poi una luce fortissima s'impadronisce di tutte le cime che debolmente si specchiano sulla plumbea superficie del lago.
Poco sotto l'Aial dei Fior, ma solo nelle zone riparate, calpesto 20 cm di neve che mi riempiono le scarpe da ginnastica.
All'Aial dei Fior parcheggio le scarpe - tanto nessuno passerà di qui. Metto gli sci e, strisciando le pelli un po' sul prato, un po' sui sassi del sentiero e solo di rado sulla neve, mi trascino al lago Nero. Qui ci sono circa 35 cm di neve, ma senza fondo. Il lago è gelato e una esile traccia di un qualche animale di piccola stazza diretto all'isoltetta centrale ne ha rigato la superficie, disegnando una sorta di lancetta dell'orologio che, per me che guardo da N, segna le ore 9.
La parete N del Torena domina questa tranquilla conca. Scavalcata la malga col suo stallone, sono presto nel letto asciutto del lago Verde (m 2073, ore 2:30), quindi alla base del versante.
La neve ora è molta. Irregolare: a tratti polverosa, a tratti crostosa, a tratti gelata.
Non si vede nulla a causa della luce ovattata. Inversione dopo inversione mi porto a SO e dopo una ripida rampa all'apice di grossi depositi valanghivi, giungo ad una specie di valletta meno ripida. Qui piego a S, poi nuovamente a SO fino ad una seconda rampa. Sopra la mia testa c'è la cresta che unisce le due cime del Torena e che è orlata da grosse cornici aggettanti.
Il vento soffia irregolare e fastidioso.
Piego a sx e, oltre il tratto ripido, approdo in una specie di catino ai piedi della vetta.
Oggi battere è faticosissimo, anche perchè continuo a perdere una pelle.
Il pendio si restringe in alto e un canalino che s'alza da dx a sx pare guadagnare la cresta in una zona dove la cornice è valicabile senza numeri da circo.
Questa è la mia strada. Levo gli sci e proseguo a piedi dove le pendenze superano i 40°; questo specialmente per non sollecitare troppo i lastroni da vento che coprono il fondo del colatoio.
Alla mia dx ci sono alte cornici instabili. Le guardo di frequente per controllare che non si muova nulla.
4 metri ripidissimi e la cresta è mia. Meno di 30 passi verso sx e lo è pure la vetta (monte Torena, m 2911, ore 3).
La croce è sommersa e la individuo solo dopo una campagna di scavi archeologici.
Un tiepido sole bacia la valle del Barbellino dove il lago naturate è gelato, mentre quello artificiale non ne vuol proprio sapere di cedere la sua liquidità alla morsa del freddo.
Giusto il tempo di settarmi per la discesa e mangiare un po' di panettone, che il cielo si vela e la luce si ovatta. Scendo un po' di cresta con gli sci, ma non c'è verso di accedere al versante N: non si capisce assolutamente nulla di dove sia il pendio e del suo sviluppo.
Levo le assi e, aiutandomi con una racchetta che funge da bastone per ciechi, mi abbasso per una trentina di metri lungo il canalino fatto all'andata.
Non vi è il benché minimo senso di profondità finché la neve non si fa più martoriata dal vento.
Allora rimetto gli sci e, sempre con una visibilità massima di 20 metri, zigzago a serpentine strette giù per il pendio. Non riesco ad distinguere i settori di neve morbida da quelli di crosta. La sciata si rivela più un tentativo di portare a casa le gambe che un piacevole gioco.
Scornato rientro al lago Verde, dove mi sorbisco la faticosa discesa a piedi fino a Ponte Frera. 
Per darvi un'idea ci ho messo ben 3 ore dalla vetta alla macchina!
Il cielo però, probabilmente pentito del brutto scherzo che mi ha appena fatto, si incendia e mi regala un tramonto da favola sulla Valtellina mentre rientro lungo la SS dell'Aprica.

Alba nei pressi della diga di Frera.
Appena sopra l'Aial dei Fior: manca la neve!!  
Teglio dalla vetta del Torena.
Parete N - settore centrale.
Parete N - settore alto - il canalino per la cresta. 
Il lago Nero e la Valtellina dalla parte alta della parete.

La vetta occidentale del Torena dalla cima maggiore, l'orientale.
La valle e i laghi del Barbellino dalla vetta del Torena.

Tramonto sulla Valtellina.

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