domenica 24 agosto 2014

Lago di Selù (m 2264) e cima Tresciana (m 2812)

Nel novero delle valli orobiche valtellinesi, la valle di Bondone è una delle meno frequentate, dove l'escursionista può passeggiare nella massima solitudine.
Compresa tra la val Malgina a ovest e la val Caronella a est, si trova interamente nel comune di Teglio.
È una valle sospesa il cui solco ha inizio a quota m 1o52 della frazione Balestrieri, ma la sua fisionomia si delinea marcatamente solo ai m 1209 del paesino di Bondone.
Gemme della valle sono il lago di Selù (m 2264) e i suoi satelliti, di cui ne abbiamo contati una dozzina, ognuno con un diverso colore. L'insieme prende il nome di laghi di Cantarena.

Fino ai m 2000 la valle di Bondone è piuttosto cupa e incassata, per poi prendere il nome di valle di Cantarena e aprirsi su una serie di terrazzi pascolivi ultrapanoramici, perlopiù coperti da torbiere di alta montagna, interrotti da balze rocciose levigate dall'azione dei ghiacci.
La cima Tresciana è la più appariscente della valle, appuntina e dotata di una lunga cresta seghettata che digrada dall'edificio sommitale verso la val Bondone.
Salirla non è banale (III+) e passi molto esposti, ma le difficoltà si concentrano tutte nel passaggio dall'anticima alla vetta.

Al centro la cima Tresciana. Siamo saliti per la cresta alla sua dx.

Partenza: Bondone (m 1209).
Itinerario automobilistico: dalla rotonda alla fine della tangenziale di Sondrio (E), proseguire in direzione Tirano. Dopo 11km, in località San Giacomo di Teglio, prendere a dx e attraversare il fiume Adda, quindi seguire sempre per Carona. La strada sale tortuosa per 11,2 km finchè, sul tornante sinistrorso appena oltre il cartello della frazione Moia, si trova l'indicazione per Bondone e la valle di Bondone. Prendere così a dx la strada asfaltata per 1 km, quindi sterrata, che conduce al paesino. Parcheggiare nelle apposite aree di fronte alla chiesa (23,9 km da Sondrio).
Itinerario sintetico:   Bondone (m 1209) - alpe Cadì (m 2025) - baita Streppaséghel (m 2087) - alpe Cadì (m 2025) - lago di Cantarena  (m 2264) - cima Tresciana (m 2812) - baita Cantarena (m 2071) - baita Monte Basso (m 1562) - Bondone (m 1209).
Tempo previsto: 6:30 ore per l'intero giro + 3:30 ore per fare su e giù dal lago alla vetta.
Attrezzatura richiesta: da escursionismo (imbraco, 40 metri di corda e fettucce per la vetta).
Difficoltà/dislivello: 2 su 6, oltre 1300 metri. 4 su 6 la vetta.
Dettagli: EE. Escursione su sentieri segnalati da bandierine bianco-rosse, ma poco curati e spesso invasi dalla vegetazione che rende la traccia poco chiara. Alpinistica PD la vetta.
Mappe:
- Comunità Montana Valtellina di Sondrio, Cartografia Escursionistica, Foglio 3: Le Orobie: Aprica e Val Belviso, 1:30000; (toponimi e sentieri indicati talvolta imprecisi)

In lilla la variante per la cima Tresciana.


Che estate del cavolo, sempre brutto tempo. Ultimare le foto a corredo del prossimo numero della rivista è stata un'impresa. In particolare sabato mattina era il mio quinto tentativo di raggiungere la valle di Cantarena, ma arrivati a Bondone s'è scatenato l'inferno: pioggia a secchiate!
Così siamo tornati tutti a Montagna e ci siamo strafogati di polenta e luganeghe.
Pieni di cibo, vino e liquori, alle 15, motivati da un bel sole, abbiamo deciso di tornarvi e provare a fare le foto ai laghi di Cantarena al tramonto.
Così alle 1630 siamo in marcia da Bondone. Saliamo all'alpe Cadì per il sentiero "de li volti", quindi facciamo visita alla baita Streppa séghel, posta appena sul versante della val Malgina. Neanche a farlo apposta, vista la baita, sparisce tutto nella nebbia.
Che fare?
Non ne ho voglia di tornare a casa e tornar su domattina, così, dopo un lungo consulto, decidiamo di fermarci a Streppaseghel a dormire.
Siamo in 9, non abbiamo con noi nulla, neppure il cibo se non qualche rimasugio, convinti di che avremo fatto solo una passeggiata pomeridiana.
Per fortuna la baita è piuttosto accogliente seppur spartana.
Ci sono 3 reti e 4 materassi. Con un ponte d'assi tra 2 reti riusciamo a stendere tutti i materassi e incrociandoci testa contro testa a coricarci in 9 in 4 letti. Il camino non tira niente e dobbiamo stare vicini al pavimento o ci si affumicano i polmoni.
Tutto sommato la notte trascorre tranquilla, tra gente che russa con le narici irritate dal fumo, le gambe che vanno in formica per gli spazi angusti e un temporale potentissimo che imperversa all'esterno.
All'alba ci destiamo e torniamo sulla cresta spartiacque per far colazione al sole e con splendida vista sulle Alpi Retiche.
Un lungo traverso a mezza costa ci porta dall'alpe Cadì alle torbiere che precedono l'alpe Cantarena, da cui, seguendo il sentiero siamo presto al lago di Selù, il più grande dei laghi di Cantarena.
Pranziamo con le 4 cose rimaste negli zaini e il po' di provviste che mio papà, che nel frattempo ci ha raggiunto partendo da casa, ha portato con sé.
I laghi sono tutti belli, sia come colore che come collocamento in postazioni panoramiche.
La cima Tresciana è lassù in alto, sul lato orientale della valle, che coi suoi profili slanciati è tentatrice per chi ama l'alpinismo.
Così io, Caspoc e Andrea partiamo alla sua conquista, mentre gli altri si arrostiscono al sole sulle rive del lago.
Percorsa tutta la cresta O del monte, senza peraltro incontrare particolari difficoltà, quando siamo convinti di essere in cima, ci rendiamo conto che dal basso la vera vetta non si vedeva!
È davanti a noi oltre una breccia raggiungibile solo cavalcando una lama di roccia friabile ed espostissima.
Non ci possiamo tirare indietro.
Oltre la lama vi è una specie di porta tra la vetta e uno spuntone alla sua destra. La valichiamo e ci affacciamo a un canalino selvaggio e vertiginoso. Per fessure e cenge riusciamo ad aggirare il pilastro che costituisce la vetta fino ad arrivare a un canalino di roccia e roba marcia che ci guida a una breccia a pochi passi dalla vetta (IV-).
Che paesaggio. I laghetti sono lontani e paiono piccolissimi.
Per il rientro, una volta all'anticima seguiamo lo spartiacque con la val Caronella per un po' di su e giù, poi smontiamo a sx per un canale d'erba e sfasciumi che ci deposita sul fondovalle. Raggiunta la baita Cantarena, infine, divalliamo per la traccia segnalata che porta alle baite Monte Basso, dove intercettiamo la strada per Bondone.

Abbeveratoio all'abbandonata alpe Cadì.
Crocevia a Cadì: Bondone- Streppaseghel-Cantarena
L'uomo che prendeva il sole nei pressi dell'alpe Streppaseghel.
Notte a Streppaseghel.
Incroci di teste.

Il risveglio dei morti viventi: affumicati e infeltriti.
Fantastica colazione all'alba sullo spartiacque tra la val Bondone e la val Malgina.
Le torbiere di Cantarena. Sullo sfondo la vetta di Ron.
Squalo nel lago di Selù, il più grande dei laghi di Cantarena.
lago di Selù, il più grande dei laghi di Cantarena.
Il primo lago a S del lago Selù.
Il secondo, cordato di cuscinetti di muschio.
Lungo la cresta O della cima Tresciana. In lontananza il lago di Selù.
In vetta alla cima Tresciana.
La stretta cresta che collega cima e anticima.
La stretta cresta che collega cima e anticima.


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