sabato 3 maggio 2014

Pizzo Trevesina (m 2823)

Il pizzo Trevesina dall'alta val Guinzana. In rosso la traccia di salita, in verde quella di discesa.
Finalmente in val Grosina, dove non avevo ancora messo gli sci. Scegliamo la val Guinzana, laterale sinistra della val Grosina Occidentale, meta di Giacomo e Giovanni nelle loro ultime 2 gite.
Saliamo nel pomeriggio, un po' a casaccio, cercando uno tra gli innumerevoli bei percorsi che la valle offre per lo sci. Lo sguardo corre subito sul pizzo Trevesina, posto a S dell'omonimo passo e la cui vetta non presenta difficoltà alpinistiche.
La sciata è incantevole, i luoghi isolati e affascinanti.




Partenza: Ortesei - val Grosina Occidentale (m 1598). 
Itinerario automobilistico: Da Tirano dirigersi verso Bormio e uscire dalla statale a "Grosio". All'uscita percorrere il retilineo fino all'incrocio dove seguiremo a destra, in salita verso il centro di Grosio. Oltrepassato il centro storico prendere a sinistra per Valgrosina - Fusino. Dopo 7,5 km di strada di montagna, arrivati alla località Fusino, prendere a sinistra in direzione Malghera. A Fusino, presso il bivio Malghera-Eita, è possibile acquistare al distributore automatico il permesso di transito. Seguire quindi per Malghera (sx) fino in località Ortesei o dove la strada è sbarrata dalla neve e quindi occorre continuare a piedi. 
Itinerario sintetico: Ortesei (m 1598) - baite Sacco (m 1617) - alpe Guinzana (m 1930) - pizzo Trevesina (m 2823) salito per la cresta N, sceso per il versante E. 
Difficoltà/dislivello in salita: 3+ su 6 / 1250 m. BS+
Tempo previsto:  3:30 ore per la vetta.
Attrezzatura richiesta: da scialpinismo, kit antivalanga, ramponi talvolta utili sulla cresta finale.
Dettagli: BS+. Da affrontarsi con neve assestata perchè la val Giunzana presenta sponde ripide che scaricano sul tracciato. Attenzione al versante E del pizzo Trevesina nella discesa: pendenze fino a 40° nella parte alta.
Per altre gite consiglio il volume "Sci Alpinismo in Alta Valtellina" di Antonio Boscacci.

Io e Gioia ci avviamo da Ortesei (m 1598) che è già mezzogiorno, caldo e ventoso.
Un signore sta spalando la neve dalla carrozzabile. Gli chiedo se non valga la pena aspettare l'azione del sole di maggio anziché faticare. Lui mi dà ragione affermando "Spazzà nef e cupà gent i-è mesté che ai servìs a nient", ma prosegue nella sua azione col badile.
Abbandonata la strada principale e scesi (sx) alle belle baite di Sacco, percorriamo la piana fino al ponticello (1,5 km circa da Ortesei) che ci accompagna sulla dx orografica del torrente della val Grosina Occidentale dove ha inizio la strada per la val Guinzana.
Lungo la rotabile innevata, tornante dopo tornante rimontiamo il versante fino all'ingresso sospeso della valle. Il bosco sempre più rado fa da sipario alla piana che ospita l'alpe Guinzana (m 1943), posta dall'altra parte rispetto al torrente. Mantenendo la sx idrografica vinciamo un primo salto, quindi ci portiamo sulla sx idrografica e traversiamo i pendii nord-orientali del Sasso, sempre generosi nello scaricare grosse valanghe.
Il torrente fragoreggia alla nostra sx incassato in una stretta gola.
Per successivi ripiani e rampe, guadagniamo l'anfiteatro conclusivo della valle, cinto a sx dal pizzo di Sassumero, segnato al centro (S) dal passo di Guinzana, e a dx dal Sasso e dal pizzo Trevesina. Tra i due si trova la bocchetta di Trevesina, nostro faro-guida nell'ultima parte della gita.
Puntandolo ci portiamo sotto alla rampa finale per il valico, quindi pieghiamo a sx (S), scavalchiamo la dorsale che scende dall'anticima settentrionale del pizzo Trevesina, quindi per una ripida vallecola ci portiamo sulla sella tra quest'anticima e un'ulteriore elevazione della cresta settentrionale che ci separa dalla vetta.
Tolti gli sci seguiamo brevemente la cresta, che dopo un su e giù, giunge alla striminzita croce di vetta del pizzo Trevesina (m 2822, ore 3:30 - 4). Il panorama è estesissimo e incantevole, dal Bernina, alle Orobie, alle vette della val Grosina - ma ciò non basta a trattenerci sulla sommità dato il vento assillante e il freddo.
Rimesse le assi ci buttiamo giù a E per la ripida faccia del monte (max 40°).
La neve è fradicia e dopo poche curve parte una bella valanga da sotto i miei sci, ma per fortuna mi divincolo abbastanza facilmente. Arrivati all'altezza delle nostre prime inversioni nella vallecola a N del pizzo, traversiamo sulla sx e ci ricongiungiamo alla via di salita.
La neve è marcia o crostosa, ma ciò non ci impedisce comunque di gustarci la sciata.
Alle baite di Sacco incontriamo degli alpigiani che gentilmente ci offrono un té e ci raccontano con passione delle bellezze e consuetudini della loro valle.



La traccia di salita in rosso e di discesa in verde. A dx si vede la sella nevosa del passo Trevesina.
Le ultime inversioni per la sella da cui parte la cresta finale. 
In vetta.
Le nostre tracce fresche di salita  e discesa su neve fangosa, e quelle più consumate lasciate l'altro ieri da Giacomo e Giovanni. 
Presaccie e la val Piana.
Fioriture a m 1300.

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